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Jean de Joinville presenta la sua Vita di San Luigi a Luigi VIII (Immagine da Wikipedia)

La vita di Jean de Joinville

Jean de Joinville (1224 – 24 dicembre 1317) è stato un cavaliere e biografo francese; la sua opera principale è il libro “Livre des saintes paroles et des bons faiz de nostre saint roy Looÿs”, spesso abbreviato in italiano come “La vita di San Luigi”. Jean de Joinville apparteneva ad una famiglia di rango nobiliare della regione francese dello Champagne; dopo una breve educazione avvenuta presso la corte del conte di Champagne e re di Navarra Tebaldo di Champagne (chiamato anche Tebaldo IV o Tebaldo I di Navarra), che gli diede la possibilità di imparare a scrivere e leggere, oltre che le basi del latino, venne nominato cavaliere nel 1238; nel 1233 diverrà siniscalco (funzionario di alto rango, con poteri amministrativi riguardanti l’applicazione della giustizia, del comando dell’esercito, del controllo delle rendite reali) di Champagne ereditando il titolo dopo la morte del padre.

Jean de Joinville accompagnò il re di Francia Luigi IX per la settima crociata, rimanendo una delle persone maggiormente a contatto con lui e partecipando attivamente agli scontri crociati, come nel caso della battaglia di Mansura. Sebbene Jean de Joinville fosse sempre stato al fianco del re durante la settima crociata, scelse di non partecipare all’ottava, dove il re Luigi IX trovò la morte, precisamente a Tunisi il 25 agosto del 1270. Joinville rimase quindi in Francia a proseguire il suo compito di siniscalco, godendo in particolare della protezione di Filippo III e di Giovanna di Navarra; quando nel 1271 verrà condotta un’indagine su Luigi IX sarà richiesta la sua testimonianza, che sarà preziosa perché venga concordata la sua canonizzazione (avvenuta successivamente nel 1297).

Scriverà la biografia del sovrano nel 1299; dimostrerà di essere un cavaliere fino alla fine, anche quando nel 1315 verrà chiamato dal sovrano presso Artois per prendere le armi contro i Fiamminghi, e partirà per la guerra alla veneranda età di 91 anni. Joinville morirà nel corso del 1317 e verrà seppellito presso Joinville, nella chiesa del castello omonimo, ormai distrutta, chiamata “Saint-Laurent”.

Erediterà i suoi diritti nobiliari il figlio, Anseau de Joinville, che sarà maresciallo di Francia a partire dal 1338.

Jean de Joinville e la scrittura della “Vita di Luigi IX”

Giovanna I di Navarra, nipote per matrimonio di Luigi IX di Francia (conosciuto anche come “Il santo”) e moglie di Filippo IV il bello, chiese a Jean de Joinville di scrivere la vita del santo re Luigi; Joinville quindi iniziò a scrivere il “libro sulle parole sante e le buone azioni del santo Re Luigi” (o meglio il titolo francese è “livre des saintes paroles et des bons faiz de nostre saint roy Looÿs”, come lui stesso lo chiama), oggi designato come “La Vita di San Luigi”.

Purtroppo però Jeanne de Navarre morì il 2 aprile 1305, mentre la stesura del libro non era stata ancora terminata del tutto; ad ogni modo Joinville dedicò l’opera nel 1309 al figlio di Giovanna I di Navarra e Filippo IV il bello, chiamato Louis le Hutin, re di Navarra e Conte di Champagne, futuro re Luigi X.

Ma cosa c’è di profondamente diverso nel libro di Jean de Joinville rispetto al resto delle opere prodotte nel medioevo, tanto da lo rendere il suo libro oggetto di così tante attenzioni?

L’opera di Joinville è particolare perché Joinville non fa parte di una classe sociale dove la scrittura di libri sia usuale: Joinville era un cavaliere, quindi non era qualcuno facente parte di una classe sociale che dove scrivere libri è usanza come quella clericale, né tantomeno Joinville potrebbe essere identificato come un tipico cronista del tempo, o meglio non come una persona che abbia studiato e che abbia compiuto degli studi per apprendere come compiere una ricerca di informazioni scritte o orali da riportare nelle sue cronache.

Eppure Jean de Joinville è molto preciso nelle sue testimonianze, citando sempre le fonti da cui ha sentito le notizie, il libro poi pur essendo una biografia di San Luigi non è scritto in maniera falsata, con dei racconti “abbelliti” e “addolciti”, ma riporta invece la diretta e cruda testimonianza, sincera, del cavaliere.

Joinville infatti riferisce in particolare ciò che sapeva personalmente, prendendo dalla sua vita odierna e da ciò di cui aveva conoscenza, del regno di Luigi IX, scrivendo ciò che ha vissuto col re in prima persona; essenzialmente quindi scrive in maniera approfondita della settima crociata in Egitto e del soggiorno in Terra Santa, quando era stato in compagnia del re, facendo parte della sua stretta cerchia.

Leggendo l’opera di Jean de Joinville ci si rende facilmente conto di come il cavaliere racconti con attenta memoria e lucida reminescenza degli avvenimenti i dettagli delle sue cronache, mettendo in risalto in modo onesto ciò che lo aveva colpito, e parlando del re santo Luigi IX basandosi sulle sue esperienze dirette di vita che aveva in comune con il re, testimoniando quale fosse la sua personale percezione negli eventi e nei comportamenti del re anziché concentrarsi sul suo operato come regnante, parlando quindi del re in chiave di rapporto personale, ogni tanto lasciandosi anche sfuggire ciò che pensava lui stesso in quei momenti.

Nonostante in teoria l’opera di Jean de Joinville sia rivolta verso l’effettiva descrizione del re, questi non sembra essere il reale protagonista del libro ad una prima lettura: infatti Joinville racconta più che altro quello che è accaduto a lui, citando ogni volta il più possibile le occasioni, peraltro molto frequenti avendo vissuto con il re a lungo, in cui il re si è presentato al suo fianco, quindi mostrando molto anche della sua vita personale nel campo crociato. Eppure in realtà il racconto degli eventi di Joinville non è altro che l’introduzione alla spiegazione di qualche avvenimento riguardante il re santo Luigi IX, di cui infatti Joinville ha scritto la vita con questo metodo di narrazione di grande naturalezza.

Abbiamo così una luce incomparabile sul modo di pensare dell’uomo del tredicesimo secolo, qualcosa che è difficile trovare in altre fonti, specialmente quando andiamo a cercare libri scritti da cavalieri.

Nel racconto chiaramente si parla del re Luigi IX ma sotto diversi aspetti, all’interno di un’opera che viene divisa in più parti. Nella prima parte del libro di Joinville si parla del rapporto del re con la parola data e le promesse, con la santità e con le questioni religiose riguardanti la virtù. Il re Luigi dopotutto era detto “il santo” per il suo profondo senso di religiosità e di onestà, tanto che quando dovrà pagare il riscatto ai saraceni per la sua vita ed i suoi imbroglieranno i saraceni pagando meno del previsto, questi una volta accortosi dell’errore anziché nasconderlo deciderà di sua iniziativa di rimanere presso i saraceni il tempo di accertarsi che il pagamento sia quello effettivamente promesso.

Il re è profondamente dotato di una propria morale e di un valore religioso altissimo; con estrema frequenza compie discorsi il cui intento è rafforzare la fede di chi ascolti verso Dio. In sua presenza non sono ammesse parole negative su Dio o sulla religione, le sue domande con gli interlocutori sono volte spesso alla riflessione ed istruzione religiosa; Joinville riporta i discorsi del re sotto forma di dialogo, con precisione riguardante le parole e le intenzioni del re san Luigi. Il re si assicurava della salvezza di ciascuno degli uomini al suo servizio, rifiutandosi di allontanarsi o mettersi in salvo a discapito degli altri; il re lava i piedi ai poveri o si rimbocca in prima persona le maniche per dare degna sepoltura ai corpi dei crociati lasciati a marcire per il campo di battaglia: è un re che parla a livello morale anche attraverso le sue azioni e non solo per parola.

Joinville non è sempre d’accordo col re, d’altronde Joinville non è un santo ma un semplice cavaliere, ciò nonostante anche Joinville sia dotato di una profonda religiosità, come per quanto riguarda la parola data a Dio o il severo divieto verso la servitù di pronunciare il diavolo.

Per ascoltare invece alcuni estratti interessanti e una spiegazione molto avvincente puoi guardare il video del professor Alessandro Barbero, incorporato qui sotto da Youtube.


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