poesia sull'ingratitudine

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Ingratitudine

Cave homines di linguaggio antico or ti risuona nella mente, fidato amico.
Un poco la mano adorando e leccando
ti fu per scacco temi l’uomo, non la mano.
Al ringhio negato per il cor gentile or paghi
l’aver troppo amato.
Ingrato animal dal verbo sonante, velenoso,
infido, peggior del serpe che lotta al morsi
dalle manguste canne.
Eppur si fidò dell’uman sigillo.
Festoso, pelo al vento correva per i prati assai contento.
Anima pura per anima ingorda,
spirito eletto in mondo infetto!
Appagan più le parole o l’amor che si
piega, che cerca il cuore e non ha difetto?
Non ti crucciar animal gentile,
qui s’è visto troppe volte
il tuo padrone far ferro, fuoco
di carne divoratore
brandir armi maledir
sé stesso e suoi parenti
Far dell’acqua sangue amaro
esser per l’uomo lupo affamato.
Quanti ne salvasti dai tetti
e pareti esser serramenti?
Quanti moribondi, già piangendo,
languendo toccarono il generoso capo?
Di noi hai conosciuto la miglior parte!
con te questo porta al ponte benedetto.
Non sarà un velen a scioglier nel silenzio
il tuo onesto andare.
Non si tronchera morendo
il tuo onor, il coraggio
di sfidar la sorte solo
per un abbraccio.
Or io mi unisco alla folla che s’ammasso
grida e batte per la magagne.
S’abbaruffano e voglion
al laccio chi ordi il vigliacco inganno
lugete e gioite astri nel ciel notturno
Un nuovo fratel a voi s unisce.
Sei or tra le stelle eterne
li non soffrirài più il male
inver sulla terra sei stato solo un cane.


Autore: Corrado Cioci


Commento dell’autore alla poesia

Dedico questo mio componimento a qurl cane eroico che ha salvato tanti umani ad amatrice
E Che fa l essere umano ?
Lo avvelena !
La cattiveria degli umani non ha confine