poesia sul passero

“Il passero”

Felice te piccolo passero che per
l’immensità del ciel ten vai dal sorger del
sole fino a naufragar nella luce della sera,
alla pallida luna sfiori il velo,
alle stelle notturne mostri la tua eleganza.
Vola e carezza le rotonde colline
le aspre montagne
Dispiega le ali, plana rapido su ruscelli
su stagni silenti.
Degli altri ugelli non sei compare,
voli pensoso dei tuoi affanni
Intenerisce il cor e la campagna astante
Il timido cinguettio da un ramo rinverdito.
È primavera del biondo miele
d’un muggir d’intorno
degli armenti al pascolo all’occhio vigile
del bon pastore,
gioventù felice ma fugace
come muori ed è il tristo ricordo
dietro il colle con il tramonto.
Ma a tenon grava il fardello del pensiero
dominante della vecchiaia e del malanno:
ah quanto vorrei librarmi con te
in quelle giocose correnti di vento farmi cullare
dal dolce soffio del mattino.
Tu libero e felice non sei legato
al quotidiano cruccio che l’uomo affligge
solitario vai per la tu via ed io
ti miro, ti invidio piccolo amico lontano.
Ah, offesa mia vita, da tanto dolore
indebolita quando giovinetto il padre
dipartiva.
Ne temi con affanno l’ora di tua morte.
ma vivi il giorno ed il vespro con amore
finché il tuo indomito spirto sarà
dall’umido scirocco consolato.


Autore: Corrado Cioci