pitture antiche medioevo

“De Gellia”: testo latino epigramma Marziale XXXIII

Amissum non flet cum sola est Gellia patrem,
si quis adest iussae prosiliunt lacrimae.
Non luget quisquis laudari, Gellia, quaerit,
ille dolet vere qui sine teste dolet.

“Su Gellia”: traduzione in italiano epigramma XXXIII di Marziale

Quando da sola rimane, Gellia evita di compiangere il povero padre,
ma nel caso in cui arrivi qualcuno, forza lo scendere del pianto.
Gellia, colui che vada cercando lode del dolore non si accorge; colui che
soffra lo strazio in concreto, si avvilisce senza testimoni.

Commento alla traduzione dell’epigramma XXXIII di Marziale

Marziale ha deciso di rimproverare Gellia per il suo falso amore verso il padre, facendole presente la differenza tra chi soffre veramente e chi invece cerca solo delle attenzioni, iniziando a piangere solamente quando sono presenti altre persone, così da dare a tutti l’impressione di essere tremendamente dispiaciuti quando in realtà è probabile che la cosa sia quasi indifferente per l’interessata.

Anche stavolta Marziale usa un tono ironico, seppure in questo caso non sia nemmeno troppo scherzoso, come invece è di solito.


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