Cleopatra nel medioevo e nel rinascimento

Introduzione

Cleopatra (il cui nome latino è “Clĕŏpătra Thĕa Philopătōr”), fu una regina egizia, appartenente alla dinastia tolemaica, vissuta fra il 70 a.C. o il 69 a.C. sino al 12 agosto del 30 a.C., quando si uccise presso Alessandria d’Egitto, forse utilizzando un veleno, più probabilmente quello di un aspide o di un cobra, da cui si presume si sia fatta mordere.

Con la fine di Cleopatra e la sconfitta di Marco Antonio durante l’assedio di Alessandria, volgeva al termine il periodo dell’Egitto tolemaico (305 a.C. 30 a.C.).

Già celebre durante il periodo classico, la memoria di Cleopatra continuò nei secoli anche dopo la caduta del suo regno, anche a causa del fatto che le sue memorie non furono eccessivamente sottoposte a distruzione da parte dei romani, sia per placare eventuali malumori egizi legati alla religione, sia poiché Ottaviano, secondo quanto racconta Plutarco e riporta anche Cassio Dione, ricevette una cifra di 2000 talenti da parte di uno dei servitori della regina, facente parte della sua corte, affinché non abbattesse l’insieme delle opere che la raffiguravano o comunque l’insieme degli oggetti che ne mantenevano il ricordo. [1]

In realtà sembrerebbe più probabile che tale pagamento, se mai sia davvero avvenuto, abbia attinto i propri fondi dal tesoro della casta sacerdotale egizia. [2]

La memoria di Cleopatra durante il medioevo

Dopo l’età romana, sicuramente prima del periodo moderno e contemporaneo (durante il quale si diffonderanno numerose voci curiose riguardanti la regina, probabilmente frutto di fantasia), la memoria della regina egizia rimase comunque viva nei secoli in vari modi.

Nel rinascimento, ad esempio, varie furono le opere che riportarono Cleopatra fra i personaggi, così come anche in altre opere letterarie la regina venne citata in diverse occasioni.

Un esempio celebre è quello del poeta inglese Geoffrey Chaucer (1343-1400), il celebre autore dell’opera “I racconti di Canterbury”, che parlò della regina all’interno dell’opera “The Legend of Good Women” (in italiano il titolo è traducibile come “La leggenda delle donne eccellenti”).

All’interno dell’opera il poeta narra la storia di alcune donne virtuose, fra cui la regina Cleopatra: nell’opera Geoffrey Chaucer parla di come Marco Antonio si innamorerà dell’affascinante regina e delle sue nozze con lei; arrivando poi a scrivere che, dopo la sconfitta con Ottaviano, morto Antonio, lei deciderà di riempire un’ampia fossa vicino al santuario dell’amato, per riempirla di serpenti velenosi e per gettarsi dentro di questa, così da “riposare” per sempre accanto all’amato.

Un altro autore importante che parlerà di Cleopatra, fra l’altro un italiano, è Bernardino Cacciante, nato ad Altari intorno al XVI secolo, un intellettuale rinascimentale di stampo umanista, che parlerà di Cleopatra all’interno del “Libretto apologetico delle donne”, scritto forse intorno al 1504, dove parlerà a difesa della regina, contrariamente a quanto invece sarebbe stato fatto precedentemente da un altro celebre intellettuale italiano, Giovanni Boccaccio.

Il poeta italiano Giovanni Boccaccio (1313-1375) infatti scrisse un’opera in latino intitolata “De mulieribus claris” (in italiano “Le donne famose”) e pubblicata nel 1362, all’interno della quale raccontò le vite di ben 106 donne fra le più note di sempre, fra cui appunto anche Cleopatra, descritta come seduttrice avida e lasciva.

Di Cleopatra, e in particolare della sua morte, parla anche il poeta, geografo e scrittore arabo Abū al-Ḥasan ʿAlī al-Masʿūdī, vissuto fra l’897 e il 957, all’interno della sua opera “I prati d’oro” (in arabo “مُرُوج ٱلذَّهَب وَمَعَادِن ٱلْجَوْهَر”).

La figura di Cleopatra dopo e durante il rinascimento

Per quanto riguarda la letteratura inglese, il poeta inglese Samuel Daniel (1562-1619) pubblicherà nel 1594 “The tragedie of Cleopatra” (La tragedia di Cleopatra).

Più tardi, anche un secondo nome fra i più importanti della letteratura inglese parlerà di Cleopatra: è il caso di William Shakespeare (1564-1616), che pubblicherà “Antony and Cleopatra” (in italiano “Antonio e Cleopatra”) per la prima volta nel 1607/1608, una tragedia divisa in cinque atti.

Oltre al rinascimento e al medioevo, un’altra opera prima dell’era moderna che riguarda “da vicino” Cleopatra è la celebre poesia di Girolamo Graziani, un intellettuale italiano vissuto fra il 1604 e i 1675, famoso per i poemi epici “Il Conquisto di Granata” e, appunto, “La Cleopatra”.

Nel poema “La Cleopatra”, Graziani racconta la storia d’amore di Antonio e Cleopatra, la guerra e il suicidio conclusivo della vicenda. Una curiosità riguardante “La Cleopatra” è che l’autore inserì nell’opera anche una profezia, fatta pronunciare da Prometeo, la quale suggeriva la discendenza dei componenti della famiglia degli “Este” da Augusto.


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