Catullo carmi 2

Introduzione

Nel carme 30 Catullo si lamenta dell’amico, Alfeno, che ha violato e tradito il patto di amicizia che lo lega al poeta.

Testo latino originale del carme 30 di Catullo

(Ad Alphenum)

Alfene immemor atque unanimis false sodalibus,
iam te nil miseret, dure, tui dulcis amiculi?
Iam me prodere, iam non dubitas fallere, perfide?
Nec facta impia fallacum hominum caelicolis placent.
Quae tu neglegis ac me miserum deseris in malis.
Eheu quid faciant, dic, homines cuive habeant fidem?
Certe tute iubebas animam tradere, inique, me
inducens in amorem, quasi tuta omnia mi forent.
Idem nunc retrahis te ac tua dicta omnia factaque
ventos irrita ferre ac nebulas aereas sinis.
Si tu oblitus es, at di meminerunt, meminit Fides,
quae te ut paeniteat postmodo facti faciet tui.

Traduzione in italiano del carme 30 di Catullo

(Ad Alfeno)

Alfeno, irriconoscente e sleale agli amici,
a questo punto nemmeno per l’amico a te più caro avrai compassione?
Tanto che non hai remore a tradirmi, ormai a ingannarmi?
Nemmeno le azioni blasfeme degli uomini truffatori piacciono agli Dei.
Questo lo tralasci e abbandoni me ai dispiaceri.
Povero me, dimmi, cosa possono fare gli uomini, o in chi riporre fiducia?
Certamente te medesimo mi suggerivi di gettar via l’animo, malvagio,
convincendomi ad amarti quasi che ogni cosa per me fosse incolume.
E ora tu stesso ti sottrai, e ogni tua parola e azione
permetti che vengano disperse dai venti e dalle nuvole dell’etere, vani.
Eppure, se tu hai scordato, non scordano gli dei; ricorda la fedeltà,
la quale, a ora tarda, ti farà rimpiangere il tuo agire.


Approfondimenti consigliati