Catullo carmi foto

In questa pagina è presente la traduzione del carme 116 di Catullo assieme al testo latino, a un breve commento e l’analisi del carme.

Testo latino carme 116 di Catullo

Saepe tibi studioso animo venante requirens
carmina uti possem mittere Battiadae
qui te lenirem nobis, neu conarere
tela infesta mittere in usque caput,
hunc video mihi nunc frustra sumptum esse laborem,
Gelli, nec nostras hic valuisse preces.
Contra nos tela ista tua evitabimus amictu
at fixus nostris tu dabis supplicium.

Traduzione in italiano del carme 116 di Catullo

Varie volte mi chiedevo, bramosamente, in animo agitato, quale fosse il modo di
mandarti le poesie del Battiade,
al fine di tranquillizzarti riguardo a noi, ed al fine di non cercare
di lanciare, ogni volta, dei dardi micidiali indirizzati alla mia testa,
capisco bene che tale fatica, adesso è stata fatta senza senso
da me, Gellio, e che le preghiere nostre non sono riuscite a incidere su questo.
Contrariamente, noi sfuggiamo con il mantello questi tuoi dardi:
ma tu, colpito dai nostri, ne saggerai il tormento.

Commento sul carme 116 di Catullo

Il carme 116 di Catullo affronta delle tematiche in parte già presenti nel carme, ad ogni modo legate all’amicizia: parla infatti del rifiuto dell’amicizia, dei tentativi di riconciliazione e infine della fine del rapporto.

L’amico a cui è rivolto il carme è proprio Gellio, come indicato dallo stesso Catullo nel testo, una delle amicizie più importanti del poeta e presente nei carmi 74, 80, 88, 89, 90, 91, 116.

Con il carme 116 Catullo chiude il componimento del Liber.


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