Catullo carmi foto

Introduzione

In questa pagina puoi leggere la traduzione in italiano del carme 110 di Catullo, il testo originale latino, un breve commento e l’analisi del carme.

Testo latino carme 110 di Catullo

Aufilena, bonae semper laudantur amicae:
accipiunt pretium, quae facere instituunt.
Tu, quod promisti, mihi quod mentita inimica es,
quod nec das et fers saepe, facis facinus.
Aut facere ingenuae est, aut non promisse pudicae,
Aufilena, fuit: sed data corripere
fraudando officiis, plus quam meretricis avarae
quae sese toto corpore prostituit.

Traduzione carme 110 di Catullo

Aufilena, le buone amiche sempre son lodate:
accettano il prezzo, che stabiliscono di fare.
Tu, ciò che hai promesso, perché nemica mi hai mentito,
in quanto prendi ma non dai, incessamente, facendo un’ingiustizia.
Fare è da nobildonna, non promettere sarebbe stato da onesta,
Aufuilena, ma prendersi il denaro
con l’imbroglio, è peggio di quanto fa una sgualdrina avara,
che si vende con tutto il corpo.


Traduzione (libera) di Infonotizia.it


Commento carme 110 di Catullo

Nel carme 110 Catullo si rivolge in maniera invettiva contro Aufilena, la stessa donna che era comparsa già all’interno del carme 100 del Liber, da cui apprendiamo che Aufilena era amata da Quinzio ed era Veronese. Quinzio era un conoscente del poeta, di cui Catullo faticava a fidarsi in quanto sospettava avesse intenzione di sedurre Lesbia, come si vede già dal carme 82. La figura di Aufilena comparirà anche nel carme successivo, il carme 111.

Nel carme 110 di Catullo abbiamo due possibili interpretazioni: la prima è che Catullo sia stato frodato da una prostituta poco onesta, la seconda interpretazione è quella che vede Aufilena come una donna non fedele al marito, che avrebbe illuso Catullo, comportandosi peggio di una donna di dubbi costumi. La seconda interpretazione sembrerebbe confermata dal carme 111.


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