poesia sulle anime

Anime

Anime morte, anime stanche, anime che ancor la luce le appaga.
Respiri immortali, persi come semi in una tempesta di vento,
eppur ancor legate all’amato governo.
Parti infinite del naturale concento
ma note soavi del firmamento.
Voci in un turbinio del continuo evolversi dell’universo
inver non mute fiammelle alla pioggia e gelo.
Anime bianche o nere,
pur sorelle inscindibili dalla loro natura ineffabile,
pallide idee, pregne del primo amore,
scintille del foco primordiale,
atomi di luce in cui risplende il vero sole.
Anime, che non sperano più,
che han perduto il filo di quel dolce calore,
le chiama come falena alla torcia, l’altissimo dottore.
In sé chiudono quel sentimento,
che si nutre, si rinnova quinci l’antico disio,
le sprona come indomite giovenche, allor
l’architetto incorrotto, a se le aduna.
Anime dormienti, ferme nel loro moto
prive della graziosa linfa.
Eppur la cristallina acqua scorre
nel suo letto con ogni molecola
che segue la fiumana,
fonte e guida della madre acqua.
Così di anima in anima, energie
purissime del fulcro che le allatta
sì riuniscono come stormi di uccell
al tramonto che cercano il caro nido.
Quelle bramar il lor fattore
Colui che alla terra diede in serva
la luna, la morte non le piega.
Nell’eterno abbraccio gioiscono le libere essenze,
nomadi e solitarie d’attinger
a quella quiete che mai al tempo
si piega.


Autore: Corrado Cioci